Quella notte al casino

Silvia lavora presso una ditta di costruzioni, fa la segretaria. E’ una giovane donna molto seria e premurosa nel suo lavoro come nella vita, si da molto da fare perché ama sentirsi in pace con se stessa per quanto riguarda gli oneri che derivano dalle responsabilità lavorative e sociali. 

Silvia non è una donna particolarmente bella, ma ha un fascino tutto suo che irradia da dentro e si diffonde tutto intorno a lei, cosicché starle vicino significa sentire l’energia positiva che emana dal suo corpo. Un fascino che deriva dalla sua sicurezza per quanto concerne il suo valore, la sua posizione nel mondo, il suo senso di giustizia e di divertimento. Quando mi sento triste o giù di morale, chiamo sempre e solo Silvia. Non ho bisogno di parlare quando sono con lei, di spiegare o dire molte cose, mi basta la sua vicinanza e le cose ritornano in prospettiva. 

Non sono mai stato innamorato di lei, ma le voglio un mondo di bene. Forse il mio subconscio non mi ha mai permesso di innamorarmi di Silvia per paura di perdere la sua amicizia se le cose fossero andate male. Eppure da una settimana mi sveglio tutte le mattine da sogni in cui io e lei ci baciamo, facciamo l’amore, ci amiamo.Tutto è iniziato quella sera al casino, sabato scorso. Io vado spesso al casino perché mi piace molto giocare a poker e difficilmente si riesce ad organizzare tra amici. Da qualche anno ho scoperto un ottimo casino, non troppo lontano da casa, dove mi trovo molto bene. A forza di visitarlo, ho iniziato a riconoscere alcuni volti avversari e, alla fine, si è creato un gruppo di giocatori con i quali mi diverto molto, tutti molto onesti e centrati sul gioco. Silvia, naturalmente, conosce questa mia abitudine e non la giudica, ma ama i casino, non è il suo tipo di divertimento. Però, sabato scorso ha bussato alla mia porta piangendo. Non era mai successo! Silvia non si fa vedere quando è triste, in quei momenti se ne sta per conto suo, ci riflette sopra e trova il modo di andare avanti con le sue forze. Sono io di solito che corro da Silvia disperato, non il contrario, quindi, le sue lacrime mi hanno colto di sorpresa e per un paio di secondi non sono riuscito a reagire. Ho tentato il mio meglio per starle vicino e l’ho convinta a spiegarmi il perchè del suo dolore. A fatica, mi ha raccontato di aver trovato un gatto a bordo strada, ferito, e di averlo portato di corsa dal veterinario. L’avevano operato, ma il povero animale non era riuscito a sopravvivere e, dal momento in cui era uscita dalla clinica, Silvia non era più riuscita a smettere di piangere. Nel sentire il suo racconto, il suo dolore, ho provato un senso di purezza ed empatia mai sentito prima in vita mia, ed ho apprezzato ancora di più la sua indole e la sua presenza nella mia vita. Quella era la sera in cui di solito andavo al casino e Silvia, che non voleva rinunciassi ai miei programmi per lei, ha deciso di accompagnarmi. Mentre giocavo ero distratto, continuavo a cercarla con lo sguardo, preoccupato e protettivo, ma ad ogni occhiata vedevo che Silvia era sempre più rilassata. Ha passato la serata girando di tavolo in tavolo, macchina in macchina chiacchierando con chiunque avesse voglia di parlarle. Quando siamo usciti mi ha ringraziato ed ha detto di essersi divertita molto e di capire finalmente perchè mi piacesse tanto il casino.

Da quella sera sogno il nostro amore, credo che lei lo abbia già capito e che mi stia aspettando, come sempre, un passo avanti a me.…