Vestiti per occasioni importanti

Come tante altre persone (ne sono certa) anch’io soffro d’ansia. Credo sia una condizione piuttosto comune nel nostro presente, presente che il filosofo e pensatore Baumann definisce “liquido”, proprio perché manca di stabilità, fermezza, certezze insomma. Soprattutto tra i giovani che non hanno la più pallida idea di cosa il futuro ha in serbo per loro, ma neanche di quale futuro esisterà per loro.

Quando mi trovo ad affrontare situazioni nuove, o di confronto con altri – specialmente quelle in cui devo parlare in pubblico o sono sotto esame – vado nel pallone, e tutto il mio corpo ne risente. Si tratta di un meccanismo che, anche se sono consapevole essere nocivo per il mio benessere e per la mia performance, non riesco a controllare ed eliminare. Ne sono consapevole da anni, e ci lavoro sopra da tempo, eppure non ho mai raggiunto risultati soddisfacenti… fino a qualche mese fa. Un’amica mi ha detto che lei per superare questo stesso problema si affida ai vestiti. Si tratta di calarsi in una parte, smettere per un po’ di essere sé stessi per riuscire a fare quello che un’altra persona farebbe. In pratica, bisogna ingannare il nostro cervello che la nostra razionalità non riesce a sopraffare. I vestiti, si sa, ci definiscono perché quello che scegliamo di mettere addosso è rappresentativo di quello che siamo dentro e, allora, scegliere vestiti che non fanno per nulla parte della nostra essenza rende più facile fingere di essere diversi. Un po’ come travestirsi a carnevale da supereroe, o come fare cosplay. 

All’inizio ero poco convinta perché ero certa che la mia mente non si sarebbe lasciata imbrogliare così facilmente. Ciò nonostante, ci ho provato e, durante un esame, ho deciso di indossare i vestiti di mia sorella (maggiore di nove anni). Per tutto il tempo in cui ho portato vestiti non miei mi sono sentita a disagio: quando ho incontrato mia sorella in soggiorno, mentre camminavo per strada, entrata all’università… e durante tutto l’esame continuavo a non essere rilassata, come se fossi nei panni di qualcun altro. E, proprio per questo senso di disagio, ho affrontato l’esame con più leggerezza. In sostanza, poiché il focus della mia attenzione era per i vestiti che avevo non ho dato tanto peso all’ansia da prestazione e, senza rendermene conto, sono riuscita a portare a casa un ottimo voto. 

Con il senno di poi, devo dire che non ho apprezzato tantissimo l’esperienza perché non ho veramente affrontato il problema e trovato una soluzione. Anzi, l’ansia è sempre presente. Ho semplicemente usato un trucchetto per sviare l’attenzione da un problema che io invece voglio risolvere. D’altra parte, non posso dire che non sia stato bello riuscire bene, sentirmi in controllo e rendermi conto di quanto bene sono in grado di fare quando non sono sotto stress. Credo percui che continuerò ad usare questa tecnica, almeno finchè non trovo una via alternativa per eliminare la mia ansia.